2 giugno 2013

Protocollo Interistituzionale per il Contrasto all’Omofobia

Dal 2007, su sollecitazione dell’Unione Europea, è stata istituita la Giornata Internazionale contro l’Omofobia e la Transfobia, che si celebra in gran parte del mondo ogni 17 maggio. In gran parte, non certo in tutto, dato che in settanta stati l’omosessualità è ancora oggi considerata un reato e per questo punita, a volte persino con la morte.
Il 20 gennaio 2009 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione con cui condanna con forza ogni discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e sollecita vivamente gli Stati membri e la Commissione a intensificare la lotta all’omofobia mediante un’azione pedagogica.

L’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Trova terreno fertile nel pregiudizio, ed è per questo assimilabile al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo.
Essere bersaglio di un odio ingiustificato produce delle conseguenze negative sulle vittime, malessere, esclusione, disagio, perché l’omofobia può manifestarsi in modi molto diversificati, dalle offese verbali alle minacce, fino alle aggressioni fisiche.
La discriminazione investe trasversalmente la nostra società, colpendo la scuola in particolare, ma anche il mondo dello sport e del lavoro, e ha come conseguenza l’esclusione di omosessuali e transessuali.
I media hanno dato ampio spazio al suicidio del “ragazzo coi pantaloni rosa”, il quindicenne romano preso in giro dai compagni per il suo modo di vestire, che un pomeriggio del novembre 2012 ha scelto di impiccarsi, stanco di subire insulti e di essere considerato inadeguato.
L’omofobia coinvolge troppo spesso ragazze e ragazzi giovanissimi. Alcuni reagiscono, come il sedicenne di Arezzo pestato da un coetaneo, come i ragazzi del liceo Vivona di Roma derisi per avere realizzato un video contro il bullismo, o ancora il diciassettenne del liceo Scotti/Einstein di Ischia deriso sui muri della scuola, il sedicenne di Vicenza oggetto di vessazioni da parte di cinque compagni d’istituto, oppure il quattordicenne di Gorizia insultato dai coetanei perché considerato troppo poco macho.
Non tutti hanno però gli strumenti culturali e il necessario sostegno familiare per affrontare uno stigma sociale tanto ingiusto e violento. Sempre a Roma, un ragazzo di sedici anni ha tentato il suicidio questo maggio, gettandosi dalla finestra della sua classe, al terzo piano dell’Istituto Tecnico Nautico, stanco del bullismo dei compagni e di non essere accettato neppure dal padre.

L’impegno di Circomassimo – Arcigay e Arcilesbica Ferrara si esprime in un’ampia e consolidata azione di prevenzione alle discriminazioni, perché crediamo che l’omofobia e la transfobia si combattano con l’educazione.
In questi ultimi anni i diritti civili hanno registrato un balzo in avanti in tutto il mondo occidentale. È possibile celebrare matrimoni tra omosessuali in dieci paesi europei (e in altri quindici vi è comunque un riconoscimento per le Unioni Civili), in dodici paesi degli stati uniti, e ancora in Canada, Sud Africa, Israele, Nuova Zelanda…
L’Italia rimane sempre più indietro. A oggi è tra i pochi paesi a non avere ancora varato una legge che punisca i reati dell’omofobia, non riconosce e tutela le coppie gay e non tutela i bambini figli di coppie omosessuali.
Se negli Stati Uniti le dichiarazioni del presidente Barack Obama rendono i comportamenti omofobi sempre più anacronistici, nel nostro paese l’indulgenza del Parlamento sembra il miglior incoraggiamento alla moltiplicazione delle aggressioni omofobiche.

L’obiettivo di Circomassimo – Arcigay e Arcilesbica Ferrara è quello di favorire il dialogo con le istituzioni, perché si riconoscano, promuovano e garantiscano le libertà individuali, i diritti umani e civili, e il principio di uguaglianza, senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale.
Per condividere e promuovere il principio dell’uguaglianza, e per definire azioni e strategie d’intervento in materia di discrimizioni basate sull’orientamento sessuale, il 20 settembre 2011 è stato firmato un Protocollo d’intesa tra Circomassimo – Arcigay e Arcilesbica Ferrara e Provincia di Ferrara, Agedo Ferrara, CGIL – Area nuovi diritti Ferrara, UIL Ferrara e Famiglie Arcobaleno Ferrara.
La volontà di tutti è quella di creare un piano di azione provinciale che preveda strategie e metodologie di lavoro condivise al fine di conoscere e contrastare i vari aspetti del problema – con particolare attenzione alla lotta all’omofobia e transfobia – mediante un’azione pedagogica.
Lo scorso 15 maggio il Protocollo è stato allargato a nuovi firmatari, che si sono impegnati a effettuare azioni in sinergia, ognuno per la propria competenza, per combattere la discriminazione: Comune di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara, Uisp – Comitato Provinciale di Ferrara, Centro Donna Giustizia e CAM – Centro d’Ascolto Uomini Maltrattanti siederanno da oggi con noi al tavolo di lavoro per promuovere una cultura delle differenze.
È nato così P.I.C.O. (Protocollo Interistituzionale per il Contrasto all’Omofobia): un percorso in divenire, dinamico nel suo essere, per un processo di cambiamento che parte dal basso, capace di confrontarsi e di fare rete per migliorare la società e renderla più accogliente.

Da oggi, attraverso questo blog ufficiale di Arcigay Ferrara, sarete partecipi delle tante iniziative che la nostra associazione condurrà contro l’omofobia e a favore dei diritti civili. Nelle scuole, nelle piazze e ovunque sarà possibile gridare Stop! In the name of love.
Speriamo di avervi tutti al nostro fianco, come volontari, promotori o anche solo semplici spettatori! L'importante è fare rete, anche tra noi!

Stay tuned…!

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