I firmatari del Protocollo Interistituzionale per il
Contrasto all’Omofobia (P.I.C.O.) prendono le distanze dall’iniziativa
fortemente discriminatoria delle Sentinelle in Piedi, che sabato 28 giugno
manifesteranno a Ferrara.
Le Sentinelle in Piedi conducono
una battaglia, tutta ideologica, contro le rivendicazioni dei diritti delle
persone gay, lesbiche e transessuali. Affermano che il senso del loro
manifestare sarebbe quello di “vegliare sulla libertà di espressione e opinione”,
ma la stessa si declina solo ed esclusivamente sul tema della negazione dei
diritti per le persone omosessuali.
Questo movimento sta alzando i
toni contro ogni apertura nella scuola e nella società a visioni inclusive e
non assolutistiche della famiglia e delle relazioni umane e sessuali.
Distorcendo la realtà delle leggi proposte e delle misure educative che si
vogliono intraprendere nelle scuole, cerca di legittimare e giustificare la
discriminazione contro le persone omosessuali, negando i più elementari e fondamentali
diritti umani, che devono essere garantiti nell’esistenza di qualsiasi
individuo.
Secondo l’Agenzia per i diritti
Fondamentali dell’Unione Europea, l’omofobia danneggia ogni anno la salute e la
carriera di milioni di persone. L’Italia è il paese dell’Unione Europea con il
maggior tasso di omofobia sociale, politica e istituzionale: secondo i dati del
Dipartimento di Salute Pubblica, i suicidi della popolazione gay legati alla
discriminazione omofobica costituirebbero il 30% di tutti i suicidi tra gli
adolescenti.
Il messaggio omofobico delle
Sentinelle in Piedi che
manifestano per “ difendere la vita, la famiglia, la morale, le relazioni tra i
generi”, con un uso politico della religione e della fede, è un messaggio che
divide e alimenta un clima di pregiudizio e di discriminazione e non può e non
deve trovare spazio a Ferrara, città dell’associazionismo e del volontariato
che, negli ultimi anni, si è distinta per i suoi valori di inclusività e di
rispetto per il suo impegno civile
contro ogni forma di discriminazione.
A questi valori si ispira il
rifiuto di vedere lo spazio pubblico, la città di tutti che non ha bisogno di
“sentinelle” o di “milizie”, invaso dal fondamentalismo, qualsiasi esso sia.
Sabato 28 giugno, data la
concomitanza con l’Onda Pride, le associazioni LGBT di Ferrara hanno scelto di
non presidiare il territorio, ma di partecipare al Pride di Venezia per
difendere i diritti di tutti, per l’educazione alle differenze, per la lotta
all’omotransfobia e la costruzione di una società più accogliente e inclusiva,
per la tutela delle famiglie e delle convivenze LGBTQI, per la tutela
dell’omogenitorialità, per la tutela della salute della comunità LGBTQI e l’educazione a una sessualità consapevole, contro ogni
forma di oppressione ed esclusione sociale e per rivendicare il diritto
universale alla felicità e all’autodeterminazione.
L’augurio è che a Ferrara le
Sentinelle si trovino a vegliare da sole contro i propri fantasmi.
Ferrara e le sue Istituzioni sono
già “sentinelle” di valori collettivi; sentinelle attive che si muovono con iniziative e progetti condivisi
finalizzati all’inclusione e al contrasto a ogni forma di discriminazione.
Alle Sentinelle in Piedi ricordiamo
le parole di Simone, 21 anni, che si è buttato da un palazzo di undici piani
perché deriso, discriminato ed emarginato in quanto gay: «L’Italia è un Paese
democratico, libero. Ma è anche una nazione dove ci sono persone omofobe. E chi
ha questi atteggiamenti dovrà fare i conti con la propria coscienza».
Provincia di Ferrara;
Comune di Ferrara; Università degli Studi di Ferrara; CGIL – Area nuovi
diritti Ferrara; UIL Ferrara; UISP – Comitato Provinciale di Ferrara; Consigliera di Parità per la Provincia
di Ferrara; Centro Donna Giustizia; CAM – Centro
d’Ascolto Uomini Maltrattanti e le associazioni ferraresi Circomassimo – Arcigay e Arcilesbica,
Agedo e Famiglie Arcobaleno.