Dal 2007, su sollecitazione
dell’Unione Europea, è stata istituita la Giornata Internazionale contro
l’Omofobia e la Transfobia, che si celebra in gran parte del mondo ogni 17
maggio. In gran parte, non certo in tutto, dato che in settanta stati
l’omosessualità è ancora oggi considerata un reato e per questo punita, a volte
persino con la morte.
Il 20 gennaio 2009 il Parlamento
europeo ha adottato una risoluzione con cui condanna con forza ogni discriminazione
fondata sull’orientamento sessuale e sollecita vivamente gli Stati membri e la
Commissione a intensificare la lotta all’omofobia mediante un’azione
pedagogica.
L’omofobia è la paura e
l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di lesbiche, gay,
bisessuali e transessuali. Trova terreno fertile nel pregiudizio, ed è per
questo assimilabile al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al
sessismo.
Essere bersaglio di un odio
ingiustificato produce delle conseguenze negative sulle vittime, malessere,
esclusione, disagio, perché l’omofobia può manifestarsi in modi molto
diversificati, dalle offese verbali alle minacce, fino alle aggressioni
fisiche.
La discriminazione investe
trasversalmente la nostra società, colpendo la scuola in particolare, ma anche
il mondo dello sport e del lavoro, e ha come conseguenza l’esclusione di
omosessuali e transessuali.
I media hanno dato ampio spazio
al suicidio del “ragazzo coi pantaloni rosa”, il quindicenne romano preso in
giro dai compagni per il suo modo di vestire, che un pomeriggio del novembre
2012 ha scelto di impiccarsi, stanco di subire insulti e di essere considerato
inadeguato.
L’omofobia coinvolge troppo
spesso ragazze e ragazzi giovanissimi. Alcuni reagiscono, come il sedicenne di
Arezzo pestato da un coetaneo, come i ragazzi del liceo Vivona di Roma
derisi per avere realizzato un video contro il bullismo, o ancora il
diciassettenne del liceo Scotti/Einstein di Ischia deriso sui muri della
scuola, il sedicenne di Vicenza oggetto di vessazioni da parte di cinque
compagni d’istituto, oppure il quattordicenne di Gorizia insultato dai coetanei
perché considerato troppo poco macho.
Non tutti hanno però gli
strumenti culturali e il necessario sostegno familiare per affrontare uno
stigma sociale tanto ingiusto e violento. Sempre a Roma, un ragazzo di sedici
anni ha tentato il suicidio questo maggio, gettandosi dalla finestra della sua
classe, al terzo piano dell’Istituto Tecnico Nautico, stanco del bullismo dei
compagni e di non essere accettato neppure dal padre.
L’impegno di Circomassimo –
Arcigay e Arcilesbica Ferrara si esprime
in un’ampia e consolidata azione di prevenzione alle discriminazioni, perché
crediamo che l’omofobia e la transfobia si combattano con l’educazione.
In questi ultimi anni i diritti
civili hanno registrato un balzo in avanti in tutto il mondo occidentale. È
possibile celebrare matrimoni tra omosessuali in dieci paesi europei (e in
altri quindici vi è comunque un riconoscimento per le Unioni Civili), in dodici
paesi degli stati uniti, e ancora in Canada, Sud Africa, Israele, Nuova
Zelanda…
L’Italia rimane sempre più
indietro. A oggi è tra i pochi paesi a non avere ancora varato una legge che
punisca i reati dell’omofobia, non riconosce e tutela le coppie gay e non
tutela i bambini figli di coppie omosessuali.
Se negli Stati Uniti le
dichiarazioni del presidente Barack Obama rendono i comportamenti omofobi
sempre più anacronistici, nel nostro paese l’indulgenza del Parlamento sembra
il miglior incoraggiamento alla moltiplicazione delle aggressioni omofobiche.
L’obiettivo di Circomassimo –
Arcigay e Arcilesbica Ferrara è quello di
favorire il dialogo con le istituzioni, perché si riconoscano, promuovano e
garantiscano le libertà individuali, i diritti umani e civili, e il principio
di uguaglianza, senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale.
Per condividere e promuovere il
principio dell’uguaglianza, e per definire azioni e strategie d’intervento in
materia di discrimizioni basate sull’orientamento sessuale, il 20 settembre
2011 è stato firmato un Protocollo d’intesa tra Circomassimo – Arcigay e
Arcilesbica Ferrara e Provincia di
Ferrara, Agedo Ferrara, CGIL – Area nuovi diritti Ferrara, UIL Ferrara e
Famiglie Arcobaleno Ferrara.
La volontà di tutti è quella di
creare un piano di azione provinciale che preveda strategie e metodologie di
lavoro condivise al fine di conoscere e contrastare i vari aspetti del problema
– con particolare attenzione alla lotta all’omofobia e transfobia – mediante
un’azione pedagogica.
Lo scorso 15 maggio il Protocollo
è stato allargato a nuovi firmatari, che si sono impegnati a effettuare azioni
in sinergia, ognuno per la propria competenza, per combattere la
discriminazione: Comune di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara, Uisp – Comitato
Provinciale di Ferrara, Centro Donna Giustizia e CAM – Centro d’Ascolto Uomini
Maltrattanti siederanno da oggi con noi al tavolo di lavoro per promuovere una
cultura delle differenze.
È nato così P.I.C.O. (Protocollo Interistituzionale per il Contrasto all’Omofobia): un percorso in divenire, dinamico
nel suo essere, per un processo di cambiamento che parte dal basso, capace di
confrontarsi e di fare rete per migliorare la società e renderla
più accogliente.
Da oggi,
attraverso questo blog ufficiale di Arcigay Ferrara, sarete partecipi delle
tante iniziative che la nostra associazione condurrà contro l’omofobia e
a favore dei diritti civili. Nelle scuole, nelle piazze e ovunque sarà possibile
gridare Stop! In the name of love.
Speriamo di avervi tutti al nostro fianco, come volontari, promotori o anche solo semplici spettatori! L'importante è fare rete, anche tra noi!
Stay tuned…!